Qualche giorno fa sedevo di fronte ad un “imprenditore” e discutevamo di marketing, mercato e altre lepidezze.
Ad un certo punto l’esclamazione: “ok tu mi chiedi di investire questa cifra, ma a me chi mi dà la certezza che io quella cifra poi la recupero da questa strategia di marketing?”
Ecco, questo è il momento in cui due sono i casi: o mi sono spiegato male, o ho sbagliato a sedermi.
In entrambi i casi è colpa mia. Questo è sicuro.
Si perché come ho già avuto modo di dire in articoli precedenti, in Italia non esiste la cultura del marketing, non si ha la più pallida idea di cosa sia e spesso viene confuso con la pubblicità.
Quindi mi ritrovo spesso a dover prima spiegare cosa sia il marketing, e poi a spostare l’attenzione su eventuali strategie.
Certo infine si parla del web, ma dopo.
Il problema è che questi argomenti vengono sempre ascoltati con interesse, ma è davvero raro il caso in cui si riesce a trasmetterne il valore (o che l’interlocutore lo percepisca).
Per un imprenditore la cui unica strategia di marketing è quella di farsi il segno della croce nel momento in cui la mattina alza la serranda, capire che è cambiato il processo d’acquisto del suo cliente non è facile, io lo comprendo.
Allora che fare?
Bè, armarsi di pazienza, elaborare concetti semplici e parlare in maniera comprensibile.
La verità è che ad un certo punto raggiungo il mio limite, e abbandono il campo.
Le condizioni necessarie per andare avanti sono due: volersi mettere in gioco, capire che qualcosa bisogna cambiare per crescere (o evitare di chiudere).
Spesso manca l’una o l’altra, a volte mancano entrambe.
Quindi l’errore è sempre mio quando mi siedo di fronte all’ennesimo imprenditore che ahimè, essendo italico, alza la serranda la mattina e si fa il segno della croce.
Auguri a tutti per il proprio business.