Non di rado incontro imprenditori che riferendosi ad Internet esclamano: “In effetti riconosco che è il futuro…”
Viene da chiedersi dove vivano, perché a quanto pare si stanno perdendo il presente scambiandolo per il futuro.
Sono leggermente confusi.
“Valuterò con calma”, “Ci devo pensare”, “Si mai miei clienti….”, “Si ma il mio settore…” ecc.
Intanto il mondo corre veloce sulla fibra ottica, i paesi del nord Europa ci surclassano, e noi cosa facciamo? Valutiamo, pensiamo, bla bla….
Dispiace dirlo, ma la crisi è profonda. Ma non è una crisi economica, è culturale, che è peggio.
A questo punto io mi chiedo: chissà quale sarà la generazione che farà fare il salto di qualità all’economia italiana.
I millennials? Mio figlio? Suo figlio?
Eppur bisogna andar, ma il proselitismo non è il mio lavoro.
Il mio compito non è “convincere” gli indecisi, ma aiutare i decisi.
Internet non è un luogo dove le persone cercano il tuo prodotto/servizio, caro il mio imprenditore, chiunque tu sia; che tu venda abiti, sanitari, alimentari, coloniali, mobili, che tu sia avvocato, commercialista, geometra, architetto, Internet è un luogo dove le persone vivono, si relazionano, interagiscono, leggono, scrivono, studiano.
Il tuo settore non è differente, sei tu che sei fuori dal mondo. Sei tu che sei assente lì dove invece le relazioni sono il filo conduttore.
Tu non ci sei, tutto qua. Il tuo settore non c’entra.
E quando i tuoi competitor più svegli di te, che non perdono tempo a “valutare” o a “pensare”, ti porteranno via anche quei pochi clienti che ti sono rimasti, oltre a quelli che grazie ad Internet hanno più di te, sarà facile dare la colpa alla crisi, al governo, alle tasse.
Tu continua a riflettere.
Se invece sei di quelli che preferisce agire, CLICCA QUI.
Passo e chiudo.