Massimo Zambrano

Il cliente ha la sua testa, e non è la nostra.

Qualche giorno fa ho visitato una scuola di musica in Lombardia, la quale aveva necessità di avviare una campagna promozionale che andasse a risollevare le sorti ultimamente poco “virtuose”.

Dopo circa un’ora di confronto molto cortese e anche molto partecipativo da parte del titolare, decidiamo di aggiornarci a qualche giorno dopo con una prima stesura di un piano editoriale on-line che avesse come obiettivo principale il posizionamento del brand della scuola, al fine di poter trasmettere esternamente i valori che essa esprime.

Salto a piè pari tutti i dettagli tecnici e vado dritto al motivo di questo articolo.

Alla fine della seconda visita (circa due ore, che sommate all’ora precedente fanno tre ore), e dopo aver condiviso praticamente tutto, il titolare mi solleva questa obiezione: “Ok ma c’è un problema, io conosco il territorio, e non penso che le persone si iscrivano alla mia scuola perché….” e inizia ad elencarmi una serie di motivi (=alibi) per i quali il progetto messo in piedi, da condiviso che era, divenne dubbio.

In pratica questa persona, gentile e rispettabile per carità, inizia a far pensare i suoi potenziali clienti con la sua testa.

Errore strategico grave!

I clienti hanno la loro testa, il loro portafoglio, le loro esigenze.

Sono diversi da noi, e pensare di conoscere i loro pensieri solo perché si “conosce il territorio“ o solo perché si hanno cent’anni di esperienza è un errore grave, che mette a repentaglio una decisione, quella di evolversi in un mercato che cambia a velocità siderale, che potrebbe invece rappresentare un piano di rilancio della propria attività.

Così si rischia l’immobilismo, e continuando a fare le stesse cose, si otterranno gli stessi risultati.

Fino alla metà degli anni 2000 il mercato dei cellulari era dominato da Nokia.

L’azienda decise di non investire nel touch screen poiché riteneva (tra le altre cose) che avesse un costo troppo alto e che la gente non lo avesse acquistato.

Sappiamo come è andata a finire.

Un abbraccio.