Riguardo alla situazione legata al Covid-19 c’è un elemento che ci accomuna tutti al di là dei ruoli, professioni, competenze, ecc… : è la prima volta!
Già, per la prima volta siamo immersi in un’esperienza che nessuno di noi ha mai vissuto prima, e diciamocela tutta, nessuno lo avrebbe mai immaginato.
Certo cambiano i modi di reazione, ma è inedita per tutti.
Non si può sapere cosa ci porteremo dentro, anche perché siamo ancora in emergenza e molto probabilmente non si uscirà dall’oggi al domani, ma la sensazione è che comunque certi equilibri sociali, politici ed anche economici possano subire dei mutamenti, c’è solo da capire in che direzione e in quale misura.
D’altra parte tutte le crisi hanno generato dei cambiamenti a volte radicali, e il rispetto per i morti in primis e per i medici e infermieri in prima linea dopo, ci impongono di non usare il termine “opportunità”.
Parliamo dunque genericamente di cambiamenti, ma non avendo alcuna sfera di cristallo, non possiamo agire in funzione di essi perché appunto restano al momento ignoti, ma alcune considerazioni possiamo e dobbiamo farle.
In questo periodo si è improvvisamente reso obbligatorio l’uso della tecnologia per tutto, per insegnare, per comunicare, per incontrarsi, per vendere.
La rete Internet ha subito dei sovraccarichi enormi, con incrementi di traffico nell’ordine dei due terzi, anche se un ruolo importante lo hanno avuto i giochi on line, protagonisti ovviamente i ragazzi ma anche gli adulti costretti a casa.
Intanto c’è da sottolineare che la rete ha retto alla grande, segno di una infrastruttura molto affidabile nel suo insieme, tranne l’ormai famoso “lockdown” del sito dell’Inps ma quello è un discorso a parte che non vogliamo di certo trattare qui.
Il centro studi di Tim ha registrato un aumento dei volumi del 90% sulla rete fissa e del 30% sulla mobile, e a causa dello smart-working il traffico in upload è arrivato anche ad un +300%.
Perché dico che la rete ha retto alla grande?
Innanzitutto perché nessuno è rimasto senza, poi ciò che si è potuto registrare è stata solo una diminuzione della velocità nell’ordine del 10% (fonte Ookla).
Quindi un -10% di velocità a fronte di un +90% di traffico direi che si può accettare.
E dove ci porta tutto questo se non verso una maggiore digitalizzazione della nostra quotidianità?
E le aziende non possono esimersi da tale processo, ne va della sopravvivenza stessa del loro business. E lo sanno.
Tutti i clienti che seguo hanno come obiettivo quello di incrementare le vendite, ed è banalmente ovvio, eppure oggi più che mai occorre porre l’attenzione non sulla vendita in sé, ma sul processo decisionale che conduce ad essa.
Occorre cioè iniziare a entrare nell’ottica che il web non può essere più un “partner” occasionale ma un asset strategico sul quale puntare con strategie strutturate e strumenti adeguati.
Nei miei precedenti articoli mi avrai già sentito affermare che le aziende oggi non devono più considerare il fatto di avere dei clienti, ma anche degli utenti, ed oggi sono qui a confermare e rafforzare questo concetto.
Da qui in avanti sarà sempre più importante avere una propria community on line attraverso i canali digitali che segua lo sviluppo dei tuoi prodotti, che riceva le notizie, che possa avere assistenza, che sia informata sulle novità.
In un mercato sempre più competitivo, selettivo e informato, questo farà la differenza.
Solo una piccola parte della totalità delle piccole e medie aziende in Italia può affermare di avere una community, ed è per questo che occorre agire e farlo in fretta, mettendo in campo quelle azioni giuste per iniziare a costruire il proprio ecosistema digitale e popolarlo in maniera adeguata.
Voglio raccontarti una storiella abbastanza famosa, quella della “rana bollita”.
Un giorno una rana salta per caso in una pentola piena d’acqua messa su di un fornello acceso con la fiamma bassa, l’acqua è gradevole e la rana nuota con tranquillità.
La temperatura dell’acqua sale, l’acqua diventa tiepida, e la rana ovviamente la trova confortevole e continua a godersi la nuotata e a rilassarsi ulteriormente.
Poi l’acqua diventa calda, la rana se ne accorge, ma è sopportabile e dunque resta in acqua.
Infine l’acqua diventa bollente, ma ormai la rana si è talmente rilassata che si è indebolita e non riesce a saltare fuori dalla pentola, e finisce bollita.
La domanda è: chi ha ucciso la rana? L’acqua bollente? La persona che ha acceso il fuoco?
No, ad uccidere la rana è stata la sua incapacità a saltar fuori quando ancora poteva farlo.
Il Web è come l’acqua della pentola, in continuo progresso ma sufficientemente lento da sfuggire alla nostra percezione, e dunque ci abituiamo, e rimandiamo, rimandiamo, rimandiamo.
Abituarsi ad una situazione che muta lentamente però è molto pericoloso, perché il rischio di restare indietro è forte, ed è per questo che oggi le aziende, soprattutto le medio-piccole, devono iniziare un percorso serio e strutturato che le porti a costruire in maniera definitiva la loro presenza sul web.
Ma non domani, o dopodomani, oggi.
Prima che l’acqua diventi bollente.
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A presto. 😉